Le note della Trionfale e i cappelli degli Alpini, compresi quello del Sindaco e del parroco don Erminio, hanno accompagnato con solennità le celebrazioni del IV Novembre.
Nonostante la pioggia, nella mattinata di ieri, domenica 6, la cerimonia dedicata all’Unità Nazionale, alle Forze Armate e ai Caduti di tutte le guerre si è svolta come da programma.
Il ritrovo al Monumento dell’Alpino, davanti al Municipio, con l’Alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro.
A seguire, il corteo verso la parrocchiale di San Martino per la Santa Messa, con l’accompagnamento musicale del corpo bandistico di Orsenigo.
E dopo la solenne funzione in chiesa, il corteo si è spostato verso il Monumento dei Caduti per la conclusione della cerimonia.
Altro momento solenne, di fronte al Monumento di via IX agosto, dove tra l’altro il Comune è recentemente intervenuto per un’opera di pulizia e messa in sicurezza, eliminando la pianta rampicante che lo aveva letteralmente avvolto alla sommità.
Quindi il discorso solenne del Sindaco. “….Oggi, in un momento internazionale nel quale prevale una spinta decisa verso la frammentazione e la disunità, il progetto europeo sta subendo pressioni non indifferenti, volte a rimettere in gioco la sua struttura, i suoi fini e i mezzi con cui attuarli. L’Unione Europea ha il dovere di rivalutare i propri principi e convinzioni per essere più solidale ed aperta alle nuove sfide globali .
Immigrazione e terrorismo rappresentano due temi prioritari che creano insicurezza anche sul nostro territorio italiano e a cui le Forze Armate sono chiamate a dare una risposta concreta, anche all’estero. Esse rappresentano le vere protagoniste dell’unità nazionale perché, prendendo parte a importanti missioni, sotto l’egida dell’Unione Europea e della NATO e facendosi interpreti del nuovo ruolo che il nostro paese ha nel mondo, hanno trasformato e adeguato la loro funzione e i loro compiti alle necessità contingenti costituite dalla solidarietà fra i popoli.
Rivolgiamo, dunque, un pensiero ed un omaggio a quanti, con grande spirito di servizio e senso di abnegazione, in varie parti del mondo, lavorano mettendo a repentaglio la loro vita per garantire la sicurezza e per l’affermazione della pace e della libertà.
Sentiamoci orgogliosamente legati alla nostra terra, alla nostra cultura, alla nostra gente ma con altrettanto orgoglio dobbiamo sentirci parte importante e indissolubile della nostra Italia, aperta anche alle altre culture.
Lavorare e spenderci per la nostra terra, per la nostra cultura, per la nostra gente significa dare un contributo per la crescita non solo locale ma nazionale.
Quindi, orgoglio nazionale, mai disgiunto dalla cultura dell’accoglienza; fiducia nelle Istituzioni e nei loro rappresentanti; speranza in un futuro migliore da offrire ai nostri figli e ai figli di quanti, mossi da tale speranza, hanno lasciato la loro terra e i loro affetti; ma anche attivismo e responsabilità per crescere nonché iniziative produttive per dare sviluppo.
Questo deve essere l’impegno di tutti, Istituzioni e popolazione, uniti, in un percorso di arricchimento prima morale poi culturale e poi ancora economico.
Concludendo la festa delle Forze armate e la commemorazione dei Caduti per la Patria, mi preme consegnare, senza enfasi né retorica, una breve riflessione alle giovani generazioni, ai giovani di questo piccolo ma prezioso territorio affinché le parole, i significati e i simboli che questa giornata evoca, possano indurli alla ricerca di un coinvolgimento e di un impegno civile, sociale e politico nell’orizzonte della legalità e della giustizia e che in essi sia sempre presente l’amore per la nostra Patria.
Viva l’Italia, viva le Forze Armate!“